Skip to main content
Alimentazione e Salute

Intolleranze alimentari:una sfida da vincere

By 13 Settembre 2012Novembre 27th, 2022No Comments6 minuti di lettura

ù

 

Capita a volte, pur senza avere una malattia precisa, di soffrire di persistenti disagi e disturbi di cui non si riesce a venire a capo.

Potrebbe trattarsi di un’intolleranza alimentare.

Le persone che ne sono affette solitamente accusano disturbi per anni e anni, provando ogni tipo di cura senza accorgersi che tutto può dipendere da un certo alimento mal accetto dal loro organismo.

Stanchezza cronica, cefalea, asma, dermatiti…Non ultimi sovrappeso e cellulite, possono essere i sintomi di una reazione dell’organismo ad alimenti presenti normalmente nella dieta: cibi comuni, insospettabili, ma che costituiscono uno stimolo tossico capace di dare luogo a numerosi problemi.

Le allergie alimentari, definite “classiche“, sono abbastanza rare e colpiscono solo 1.5% della popolazione. Esse sono dovute alla produzione di anticorpi IgE nei confronti degli allergeni alimentari. Si associano a disturbi che compaiono subito dopo l’assunzione dell’alimento (2-8 ore) e scompaiono nel giro di ore o giorni. Le intolleranze alimentari, sono molto più comuni e colpiscono il 45% della popolazione.  Esse danno origine a disturbi che si manifestano con un certo ritardo rispetto all’assunzione dell’alimento.

Quale è la differenza fra allergia e intolleranza alimentare?

L’allergia alimentare rappresenta l’effetto che hanno sul nostro organismo le sostanze contenute nei cibi che fanno parte della nostra dieta abituale, compresi quegli alimenti che assumiamo occasionalmente. Parlare di allergia significa parlare di una sintomatologia scatenata entro pochi minuti dall’assunzione di un determinato alimento o gruppo di alimenti (da 2-3 minuti a 30-120 minuti), la quale mette in azione il nostro sistema immunitario.

L’allergia alimentare è mediata immunologicamente e i sintomi sono scatenati dall’assunzione anche di piccole quantità dell’alimento responsabile.

L’Intolleranza alimentare invece agisce in relazione alla quantità di alimenti non tollerati ingeriti e con un fenomeno di accumulo di cosiddette ” tossine” nell’organismo, tale fenomeno determina l’insorgere di sintomi spesso sovrapponibili a quelli delle allergie, ma che se ne differenziano in quanto non interessano il sistema immunitario.

Per migliorare il gusto, l’aspetto e la conservazione dei cibi, questi vengono addizzionati con sostanze particolari (conservanti, coloranti, antiossidanti, sapidificanti). Le sostanze aggiunte (additivi), come pure gli alimenti stessi possono essere causa di manifestazioni a carico sia degli organi interni, per esempio a livello dell’intestino ed anche all’esterno a carico della pelle. Gli eventi organici che accadono a seguito all’ingestione di cibi vengono generalmente definiti con il termine di “reazioni avverse agli alimenti” e comprendono tutti quegli effetti indesiderati che vengono determinati dall’assunzione di cibi, con additivi e/o contaminanti.

L’intolleranza alimentare è sempre legata alla quantità di alimento assunto, quindi dose-dipendente ed è determinata da  particolari molecole che sono farmacologicamente attive e che sono presenti negli alimenti.

Quali cambiamenti hanno portato ad una maggiore incidenza delle intolleranze alimentari?  

Uno dei cambiamenti che assumono maggiore importanza è rappresentato dalla minore incidenza della frequenza dell’allattamento al seno materno: infatti sostituire il latte materno con altro latte di origine animale o vegetale, proprio perché nei primi mesi di vita l’apparato gastroenterico del neonato non ha ancora raggiunto la sua piena maturità funzionale, può creare le premesse per una sensibilizzazione nei confronti di antigeni alimentari. Inoltre l’uso indiscriminato di insetticidi, diserbanti e fitofarmaci impiegati nella coltivazione di prodotti alimentari, spesso provoca reazioni organiche spiacevoli.

Un uso eccessivo di additivi alimentari o mangiare quantità esagerate di cibi esotici, contro i quali il nostro organismo non ha potuto sviluppare eventuali meccanismi di difesa, può certamente peggiorare ulteriormente la situazione.

Oggi possono essere fatte analisi chimiche piuttosto sofisticate degli alimenti che, insieme ad una maggiore conoscenza dell’apparato gastrointestinale e a metodiche diagnostiche specifiche nella pratica clinica, permettono di fare una maggiore chiarezza sui meccanismi che sono alla base delle reazioni avverse ai cibi.

Come si manifestano?

Le allergie alimentari possono manifestarsi immediatamente dopo l’ingestione dell’alimento incriminato, a volte anche in modo violento. I sintomi di una intolleranza alimentare invece possono comparire anche a distanza di ore, in casi rari anche dopo alcuni giorni, il che rende più difficile riconoscerla e metterla in relazione con il cibo. I sintomi variano quanto a rapidità e ad intensità a seconda della qualità e la quantità del cibo ingerito.

I principali sintomi che possono far pensare a un’allergia alimentare sono: vomito, diarrea acuta e cronica, reflusso gastro-esofageo, sindrome da malassorbimento, stomatiti aftosi recidivanti, orticaria, dermatite atopica, prurito, rinite, asma, e pure otite media catarrale.

Si può parlare di  prevenzione?

Occorre favorire l’allattamento materno, almeno fino al sesto mese, poiché nel primo periodo di vita, l’immaturità della barriera mucosale permette un maggior passaggio di antigeni alimentari e quindi aumenta la possibilità di  sensibilizzazione.

Per la prevenzione è importante anche l’impiego di alimenti biologici, non trattati industrialmente, privi di additivi.

Un’alimentazione sana, varia e semplice è il miglior modo per prevenire le allergie alimentari a tavola.

Perchè le allergie e le intolleranze sono sempre più diffuse?

Uno dei motivi risiede nel fatto che oggi la diagnosi è più precisa e precoce, rispetto ad un tempo. Ciò consente di identificare un maggior numero di allergie i cui disturbi un tempo venivano facilmente confusi con altri.

Una seconda spiegazione chiama in causa il nostro stile di vita e, in particolare, le abitudini alimentari. Infatti si ricorre ormai diffusamente ad additivi alimentari (coloranti, conservanti, esaltatori del gusto, aromi naturali ed artificiali) che sono tutti potenziali allergeni; sulle nostre tavole inoltre arriva una grande varietà di frutta e verdura proveniente da tutto il mondo, il cui consumo non è più limitato alle sole stagioni naturali, favorendo così il contatto con un numero sempre maggiore di sostanze potenzialmente allergizzanti.

Infine è in diminuzione il numero delle madri che allattano al seno e questo provoca un aumento dei neonati allergici al latte vaccino.

Esiste una relazione tra pollini ed alimenti?

Circa il 25% dei soggetti affetti da pollinosi presenta anche allergia alimentare a frutta e verdura. Questo problema è più frequente nei pazienti allergici a più tipi di pollini( polisensibilizzati).

La pollinosi precede quasi sempre la comparsa dell’allerga alimentare.

Il paziente può accusare:

sindrome orale allergica, caratterizzati da sintomi orali immediati nei punti di contatto con l’alimento( prurito, bruciore al palato, alla lingua, alle labbra con eventuale gonfiore della mucosa orolabiale, senso di costrizione alla faringe, disturbi della deglutizione);

sintomi gastrointestinali, oppure orticaria, rinite, congiuntivite, asma.

Consigli per convivere con un’ Intolleranza alimentare

– Identificare l’alimento o alimenti intolleranti mediante test con elevata affidabilità, tra cui quelli eseguiti  su sangue venoso.

– Cercare di escludere dalla propria dieta l’alimento o gli alimenti responsabili rispettando un’alimentazione sana ed equilibrata.

– Abituarsi a leggere attentamente gli ingredienti di tutti i cibi confezionati e usare particolare cautela nel consumare ”piatti pronti” di cui non si conosce esattamente il contenuto.

– Attenzione alle ”allergie crociate”: pazienti allergici al polline presentano a volte allergie nei confronti di particolari alimenti. Così, chi è allergico alla betulla potrebbe esserlo anche nei confronti della mela, della pesca e della ciliegia, kiwi, sedano ecc, chi è allergico all’ambrosia potrebbe manifestare sintomi mangiando meloni e banane.

– L’allergia ai finocchi può comportare allergia, anche se in misura diversa, alle altre.

– Ombrellifere come il prezzemolo e la carota.

– Al ristorante ricordarsi sempre di chiedere al cameriere informazioni sugli ingredienti usati.

Le intolleranze alimentari ci condizioneranno per sempre?

No, sarebbe una condanna! Nel momento stesso in cui cessiamo di assumere un alimento, cominciamo a sentirci meglio; poi, a distanza di due, tre mesi lo possiamo reintrodurre nella dieta con determinate modalità. Il più delle volte l’organismo si è disintossicato, i globuli bianchi hanno perso la memoria che quell’alimento è tossico per noi, e non reagiscono più quando lo assumiamo.

Anna De Mariani

Lo Studio di terapie complementari della dott.ssa Anna De Mariani biologa indirizzo biomedico specialista in Biochimica Clinica, ha lo scopo di accompagnare la Persona ad uno stato di salute globale basato sia sull’aspetto fisico-metabolico che psichico attraverso le più svariate conoscenze che vanno dalla biochimica alla medicina ortomolecolare, dalla biologia clinica alla medicina naturale alla nutrigenetica ed epigenetica con l’ausilio delle tecnologie biomediche con l’obiettivo di raggiungere uno stato di salute ottimale.